La recrudescenza dei prezzi e la domanda sempre meno corrisposta dall’offerta di risorse alimentari ha spinto il governo inglese a riconsiderare la posizione rigida finora tenuta sugli OGM. Il Ministro dell’Ambiente ha comunicato la volontà di aprire le porte a culture di grano geneticamente modificato, e il dibattito si è aperto all’interno del Parlamento britannico e dell’intero paese.
Gli ambientalisti si oppongono con rabbia alla cultura di risorse OGM, che pare negli ultimi 10 anni siano state destinate alla sola alimentazione animale.
L’assunto che i raccolti geneticamente modificati siano più ricchi e rigogliosi di quelli naturali è del tutto erroneo. Uno studio portato avanti all’Università del Kansas ha scoperto che la soia modificata produce il 10% in meno del suo equivalente naturale. Lo stesso viene confermato da altri studi che riguardano il cotone ed il bushel.
Sfatato il mito della maggiore produttività, cerchiamo di vederci chiaro nella “natura” degli OGM proposti dalla moderna tecnologia e che dovrebbero salvare il mondo dalla fame.. C’è chi li paragona a CEMENTO VERDE. Questo perché i campi di grano OGM rappresenterebbero uno scenario davvero triste e desolante rispetto a quello che – i fortunati “campagnoli” come me sono abituati a vedere. Niente altro che piante di grano si estenderebbero in una vasta landa priva di insetti, farfalle, coccinelle..nessun insetto piccolissimo, e con loro anche gli uccelli che se ne cibano. Questo accadrebbe se venissero coltivati gli OGM in questione, perché quegli OGM lì sono modificati per sopravvivere all’applicazione di violentissimi pesticidi, che ucciderebbero tutti, proprio tutti i nemici delle piantagioni…e non solo quelli come abbiamo detto. In alcuni paesi la perdita della cosiddetta “wildlife” non sembra essere un grosso problema. Negli Stati Uniti – non siamo antiamericanisti, ma è quello che succede lì- ci sono campi sterminati di grano geneticamente modificato, ma non c’è altro che grano.
Per vedere insetti e allegra “vita di campo” te ne devi andare nella riserva appositamente creata – e a buon bisogno pagare un biglietto d’entrata-
No, non sono questi OGM che ci salveranno dalla fame…
Quelli che potrebbero darci una mano non li hanno ancora inventati, ovvero esistono su carta ma non praticamente.
Sono le piantagioni che resistono alla salinità del terreno ed alle siccità che però al momento sono solo una promessa fatta ai giornali più che una vera e propria soluzione.
Scusate la “bucolicità” ma pur avendo imprecato contro di loro durante gli anni della mia adolescenza nel tentativo di consumare la beneamata pennica pomeridiana, mi metterebbe troppa tristezza un’estate senza cicale.
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